Intorno alle fabbriche crebbero disordinatamente le abitazioni del proletariato industriale: poveri e miseri tuguri spesso senza acqua, in cui affollamento e sporcizia producevano un degrado fisico e morale. Queste cattive condizioni igieniche unite all'eccessiva concentrazione di persone nello stesso luogo e alle poche risorse alimentari favorirono la diffusione delle epidemie: nell'arco dell'Ottocento il tifo, il colera e il vaiolo colpirono la popolazione dei maggiori centri europei causando vittime tra i più poveri, in particolare tra i bambini.
Di fronte all'aggravarsi della situazione, molte tra le famiglie delle classi più benestanti intrapresero una strada destinata a essere percorsa anche nei secoli successivi: la fuga verso le fasce suburbane, cioè verso aree immediatamente contigue alla città, ma al di fuori di mura urbane, che gradualmente si trasformarono esclusivamente residenziali.
A determinare questa scelta, oltre alla volontà di chi di chi aveva i mezzi per farlo di allontanarsi dal caos e dall'inquinamento dei centri urbani, concorse anche il progressivo accentuarsi della separazione tra gli "spazi di lavoro" e gli "spazi della vita".
A determinare questa scelta, oltre alla volontà di chi di chi aveva i mezzi per farlo di allontanarsi dal caos e dall'inquinamento dei centri urbani, concorse anche il progressivo accentuarsi della separazione tra gli "spazi di lavoro" e gli "spazi della vita".
Nessun commento:
Posta un commento